

Il cotechino con le lenticchie è un piatto tipico del menu delle feste natalizie e in particolar modo della notte di Capodanno: tradizione vuole che mangiare una porzione di cotechino prima della mezzanotte sia di buon augurio per l’anno nuovo.
500 anni fa nelle terre modenesi era già protagonista sulle tavole degli italiani durante le feste e non solo grazie all’ingegnosità del popolo di Mirandola che, con astuzia per sottrarre i maiali al nemico invasore, ne insaccarono le carni macinate nella cotenna.
Già famoso all’epoca dei primi Stati Italiani come una delle più tipiche e prelibate preparazioni gastronomiche emiliane, il Cotechino è considerato il padre di tutti gli insaccati. Fin da allora la fama di questo prodotto andava oltre il territorio di origine, nel Ducato di Milano si parlava infatti del “coteghin” fatto a Modena.
Il cotechino nasce come piatto povero che mangiavano i contadini abitualmente con le zuppe di legumi ed il minestrone.
Oggi il classico abbinamento cotechino-lenticchie è stato interpretato nei modi più svariati, da quelli più rustici a quelli più raffinati.
La vera nobiltà culinaria il cotechino l’acquisisce però soltanto all’inizio del secolo scorso quando, nel 1910 il grande Pellegrino Artusi dedica al “Cotechino Fasciato” la ricetta n. 322 del suo famosissimo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.
Ma perchè si crede che mangiarlo con le lenticchie la notte di San Silvestro porti fortuna?
Superstizione? Non proprio, perché una spiegazione per questo rito propriziatorio c’è, e ha origini antiche. Le lenticchie, infatti, sono il primo legume coltivato dall’uomo: si producono dal 7000 a.C. e i Greci e i Romani ne erano ghiotti.
È proprio ai romani che si deve l’usanza di mangiarle a San Silvestro. Un tempo, all’inizio del nuovo anno, si regalavano la scarsella, ovvero una borsa di cuoio da legare alla cintura che conteneva, appunto, lenticchie.
L’augurio, già allora, era che si trasformassero in monete sonanti durante l’anno.
Il motivo? Anzitutto l’aspetto di una lenticchia, che con la forma di lente (da qui il suo nome), assomiglia a una moneta, ma anche per il suo valore nutrizionale, noto da tempo. Ricca di proteine, ferro, sali minerali e vitamine del gruppo B la lenticchia sazia di gusto, e un tempo era considerata una vera ricchezza per chi, senza soldi per comprare carne, durante il freddo inverno grazie alla scarsella poteva assicurarsi una riserva di cibo. Insomma, una scorta, ma davvero molto preziosa.
E come tradizione vuole, sarà con un bel piatto di lenticchie e cotechino a mezzanotte in tutti i ristoranti MRG che vi auguriamo un anno nuovo pieno di felicità e di prelibatezze!
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